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Artusio Pappacoda, Gran Siniscalco del Regno e Consigliere dei reali d’Angiò, fece costruire la cappella nel 1415 dedicata a san Giovanni Evangelista come indica il cartiglio, sorretto da angeli, e inciso a lettere franco-galliche posto sull’architrave del portale. In tufo giallo e pietra di piperno scuro, la facciata è adorna del portale in marmo scolpito da Antonio Baboccio da Piperno, artista attivo a Milano e Messina, molto richiesto dalla dinastia dei d’Angiò-Durazzo, autore anche del portale del Duomo di Napoli.
Maestoso e floreale, il portale Pappacoda, ricchissimo nei suoi motivi decorativi, è l’espressione della scultura tardo-gotica ancora presente a Napoli in pieno Quattrocento e soggetta alle influenze della Francia e della Borgogna. Strombato e slanciato dall’effetto delle cuspidi, termina in cima con la statua di san Michele Arcangelo. Più arretrato rispetto alla facciata, il campanile, in muratura di tufo, presenta all’ultimo ordine motivi decorativi in piperno con finestre bifore, inserti di colonnine e teste, frammenti di epoca romana, reperti antichi spesso impiegati nelle costruzioni medievali.