L’area della piazza San Domenico di Napoli, attraversata dalle mura della città greca del IV secolo a.C., fu radicalmente trasformata per volere di Alfonso I d’Aragona il Magnanimo (1442-1458): alla basilica medievale di San Domenico Maggiore fu aggiunto un’altro ingresso, dalla parte opposta della facciata angioina; infatti, sulla piazza si affaccia l’abside poligonale della chiesa e la scalinata della cappella di Sant’Arcangelo a Morfisa del X secolo, inglobata poi in San Domenico Maggiore.

Chiudono il quadrilatero della piazza il quattrocentesco Palazzo Petrucci (il primo proprietario Antonello Petrucci fu Segretario di Ferrando d’Aragona), il Palazzo Casacalenda costruito dal XVIII secolo, il Palazzo Corigliano, eretto agli inizi del secolo XVI, che conserva ancora il Cabinet, raffinato ambiente con specchiere e intagli rococò; si affianca il Palazzo di Sangro sorto dalla prima metà del XVI secolo.
LA GUGLIA DI SAN DOMENICO A NAPOLI

Al centro della Piazza, la guglia di San Domenico. Voluta dai Napoletani dopo la peste del 1656, impresa decorativa di diversi architetti: disegnata da Francesco Antonio Picchiatti, è terminata molto tempo dopo da Cosimo Fanzago e Domenico Antonio Vaccaro (1737); sulla forma piramidale si appoggiano elementi decorativi scultorei quali festoni, stemmi e sirene, emblemi della città.