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Chiesa Di Sant’angelo A Nilo – Napoli

La chiesa di Sant’Angelo a Nilo di Napoli fu costruita per volere di Rinaldo Brancaccio, cardinale a Napoli dal 1385, accanto al palazzo di famiglia. Verso il 1535 la chiesa fu ampliata andando a inglobare il Seggio di Nido, luogo di rappresentanza cittadina fin dall’età ducale. Riadattato dall’architetto Arcangelo Guglielmelli (1709), l’edificio conserva all’esterno, quali testimonianze più antiche, l’ingresso laterale quattrocentesco in marmo e, sul portale principale, battenti lignei intagliati databili ai primi anni del XVI secolo.

Chiesa Di Sant'angelo A Nilo

IL SEPOLCRO DEL CARDINALE RAINALDO BRANCACCI DI DONATELLO

Alla destra dell’altare è collocato il sepolcro del fondatore Rinaldo Brancaccio eseguito da Donatello e dal suo allievo Michelozzo; il monumento funerario fu scolpito a Pisa tra il 1427 e il 1428 e inviato via mare a Napoli.

L’impianto a baldacchino, con il defunto giacente, riflette ancora la tipologia dei monumenti tardo-gotici, sebbene la scelta del grande arco a tutto sesto rifletta la cultura rinascimentale: tre eleganti figure femminili sorreggono il sepolcro su cui è disteso il cardinale; più in alto, due angeli sostengono i drappi che svelano la Madonna col Bambino; il tutto è inserito in un baldacchino, sorretto da colonne con capitelli compositi e un timpano mistilineo con il tondo del Dio Padre.

Donatello scolpisce certamente il bassorilievo del sepolcro con l’Assunzione della Vergine, esempio del nuovo modo di raffigurare lo spazio attraverso l’uso dello “stiacciato”: con grande perizia tecnica, in pochi millimetri di profondità, il grande maestro fiorentino riesce a restituire la profondità e la rotondità delle figure.

SANT’ANGELO A NILO E I SUOI MONUMENTI

Sull’altare maggiore si trova il dipinto raffigurante San Michele Arcangelo di Marco Pino (1573), allievo del Beccafumi, molto attivo a Napoli. Il dipinto è tra i più importanti esempi manieristici del pittore senese, attento studioso delle forme michelangiolesche sciolte in colori intensi e liquidi.

La posizione del San Michele che contrappone le braccia alle gambe crea il movimento “serpentinato” della figura, tanto adoperata nella pittura dopo Michelangelo.

All’esterno della chiesa nella omonima piazza, si trova la statua del Nilo, monumento leggendario legato ad antiche mitologie. La statua risale al II secolo d.C. e raffigura il dio Nilo, antico culto praticato dalla comunità di mercanti provenienti da Alessandria d’Egitto, abitanti di questo quartiere nel cuore del centro antico. La statua subisce, nei secoli, vicende alterne che ne rendono leggendaria la fama al punto da essere considerata simbolo della città.

Cessato il culto alessandrino, la statua, dimenticata e sepolta, fu ritrovata nel XII secolo priva della sua testa: per questo fu chiamata “il corpo di Napoli” e scambiata per una figura femminile.

La perdita della sfinge e la presenza dei bambini faceva credere che si trattasse di un’allegoria della città. Nel 1657 un restauro gli restituisce una testa maschile barbuta e il basamento su cui oggi poggia.

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